Labdanum



Sebbene il mondo patinato dei profumi si sia dissociato sempre più dal mondo naturale da cui proviene gran parte degli ingredienti usati in profumeria, la filosofia di VIADEIMILLE è sempre stata quella di ricordare questo legame evidente tra la fabbricazione dei profumi e il mondo naturale delle materie prime. Senza il mondo delle piante, dei fiori, della terra, che ci offre sostanze odorifere straordinarie, senza la cura di coloro che coltivano, raccolgono ed estraggono le materie prime destinate alla profumeria, nessun profumo potrebbe esistere.

IL BALSAMO NERO

Un balsamo denso, nero e odorifero : il Ladano, conosciuto anche come Labdanum o Labdano (e da non confondersi col Laudano che è una tintura di oppio) è una materia resinosa ricavata dal Cisto, una pianta tipica della macchia mediterranea.
Esistono numerose specie di Cisto, un arbusto floreale sempreverde con foglie lanceolate, rugose e dall’aspetto cotonoso, con fiori a cinque petali dalla colorazione che varia dal bianco al porpora, cui succedono dei frutti dalla forma di capsula (kistè in greco) che rinchiudono semi minuti.
Il Ladano è l’essudato resinoso che ricopre in particolare il Cisto Ladanifero (Cistus ladanifer), una pellicola resinosa che protegge la pianta dal rischio della disidratazione, e conosciuta fin dall’antichità per le sue qualità olfattive e le sue virtù curative.

LE BARBE PROFUMATE DELLE CAPRE
Mediterraneo, alcune migliaia di anni avanti Cristo

Capre e caprette, dopo aver brucato in libertà nei campi erano solite ritornare all’ovile con la barbetta impregnata di una sostanza appiccicosa ma profumatissima. In tutto il bacino del Mediterraneo, da Cipro a Creta, dalla Libia alla Sicilia, si diffuse l’abitudine di raccogliere questa sostanza usando degli appositi pettini in legno. La materia gommosa raccolta in questo modo si trovava quindi mescolata con il pelo della barba delle capre e con erbe e foglie della macchia. Venne chiamata “Labdanum in barba”. I pastori modellavano la gomma in forma di spirali o di pani oppure la lasciavano liquefarsi al sole separando poi con dei filtri in tela la parte liquida da quella più solida che veniva utilizzata per creare dei rotoli o dei bastoncini profumati chiamati “Labdanum rotolato”.
Tali prodotti odorosi recavano però numerose impurità terrose e vegetali e i pastori, col tempo, idearono un metodo di raccolta che permetteva di ricavare un Ladano ancora più puro e odoroso. Il Ladanisterion, o Ergastirio, era una sorta di grande rastrello alla cui estremità erano disposte delle lunghe strisce di cuoio, alle quali, al contatto con le piante di Cisto, attraversandone i rami e strisciandone le foglie, il Ladano si andava ad appiccicare per poter poi essere facilmente raccolto. Tale sistema permetteva quindi di ottenere una resina molto più pura e odorifera. Più in là nel tempo, con lo sviluppo della distillazione, tale metodo meccanico venne abbandonato e il Ladano venne infine raccolto attraverso la bollitura in acqua delle foglie e dei rametti.

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Il libro della Genesi cita in due occasioni del ladano trasportato in Egitto dalla Palestina.

Percy Newberry, egittologo britannico, ipotizzava che la falsa barba indossata da Osiride e dai faraoni potesse rappresentare una barba di capra carica di Ladano. Sosteneva anche che lo scettro di Osiride, che di solito viene interpretato come un flagello, era più probabilmente uno strumento per la raccolta del Ladano simile a quello usato a Creta.

Alcuni studiosi affermano che il misterioso Onycha, un ingrediente che si trova nel sacro incenso (ketoret) menzionato nella Torah era in realtà il Ladano.
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IL PROFUMO DEL LADANO

Balsamo dalle numerose sfumature, il Ladano ha un odore aromatico, selvatico, vegetale, ma anche profondo, caldo, e che ricorda l’ambra. Ha note legnose e resinose, proprie alla sua natura di pianta selvatica, ma anche animali; tra le sue varie sorprendenti tonalità olfattive può evocare sensazioni liquorose e di caramello, anche di vino caldo o di cuoio invecchiato.

Il Ladano è uno degli ingredienti principali di DOLCE KAOS.